I Migliori Momenti del 2021, 1: Parigi – Roubaix
La stagione 2021 è giunta il termine. Per noi è dunque arrivato il momento di ripercorrerla, proponendovi come di consueto le corse che maggiormente ci hanno colpito e segnalandovi la nostra classifica dei migliori momenti di questa annata. Una classifica collettiva e raggiunta dopo un lungo confronto all’interno della redazione. Nel corso di questa settimana andremo quindi a svelarvi, giorno dopo giorno, le corse che più ci hanno emozionato e appassionato nel corso dell’anno. Un appuntamento quotidiano che ci porterà infine a svelare la corsa che abbiamo posto in primo posizione. Una volta presentata la nostra top 10, chiederemo anche a voi di votare tramite sondaggio dedicato, così da scoprire se le nostre impressioni saranno corrisposte anche dalle vostre.
1: Parigi – Roubaix 2021
La Parigi-Roubaix 2021 ha ricordato a tutti il motivo per cui la corsa viene soprannominata Inferno del Nord. In un’edizione disputata eccezionalmente a ottobre, con condizioni atmosferiche durissime, a spuntarla è stato il nostro Sonny Colbrelli. Una corsa epica, tra fango, cadute e forature, che alla fine ha visto il bresciano imporsi nel velodromo di Roubaix superando in uno sprint a tre Florian Vermeersch e Mathieu Van Der Poel. Il Cobra, dopo aver trionfato anche a Campionato Italiano e Campionato Europeo, ha così suggellato la miglior stagione della propria carriera. A confermare l’ottima giornata per i colori italiani è poi stato il quarto posto di Gianni Moscon, il quale aveva a lungo condotto la corsa in solitaria prima di essere vittima di una foratura e una caduta in rapida successione.
2: Prova in Linea Mondiali Fiandre
I Mondiali 2021 si sono disputati nelle Fiandre, vera e propria culla del ciclismo che ha saputo regalare un’edizione combattuta ed emozionante, nella quale la vittoria è andata a Julian Alaphilippe, simbolo indiscusso di classe e talento. Il francese si è così confermato campione del mondo dopo il trionfo dell’anno precedente in quel di Imola. Il Moschettiere ha corso con coraggio, attaccando a più riprese ben prima del finale di corsa e riuscendo a fare definitivamente la differenza all’interno del circuito finale, potendo così arrivare in solitaria a braccia alzate sulla linea d’arrivo. Alle sue spalle gli eccessivi tatticismi tra Mathieu Van Der Poel e Wout Van Aert hanno reso più complicato l’inseguimento, con il podio che è così stato completato da corridori sulla carta leggermente meno quotati come Dylan Van Baarle e Michael Valgren.
3: Tappa 5 Tirreno – Adriatico
La quinta frazione della Tirreno-Adriatico 2021 ha regalato a Mathieu Van Der Poel una delle vittorie più emozionanti della sua carriera. In un percorso privo di lunghe asperità, ma ricco di muri, l’olandese si è aggiudicato la tappa dopo una battaglia serratissima, in cui i big, rimasti quasi tutti soli e senza gregari, si sono affrontati faccia a faccia e senza esclusione di colpi. Sotto una forte pioggia, la corsa si è accesa a più di 60 chilometri dal traguardo con diversi scatti dei favoriti e con Van Der Poel che si è presto trovato in testa in una fuga solitaria che l’ha portato a guadagnare un margine di circa tre minuti. Tuttavia, il percorso estremamente esigente e gli scatti di Tadej Pogacar alle sue spalle hanno condotto alla rimonta dello sloveno, il quale è arrivato appena dieci secondi dopo l’atleta della Alpecin-Fenix, giunto al traguardo stremato e senza nemmeno la forza per esultare. I corridori alle loro spalle sono poi arrivati alla spicciolata e con ritardi decisamente ampi, a conferma di una giornata epica e più selettiva di molte tappe di montagna.
4: Tappa 20 Giro d’Italia
L’ultima giornata di grandi montagne del Giro d’Italia non ha deluso neanche quest’anno, regalandoci una tappa che è entrata di diritto nel cuore dei tifosi italiani e non solo. Partito con il ruolo di gregario di lusso di Mikel Landa, Damiano Caruso si era ritrovato in quel Giro a gestire la pressione del capitano dopo il ritiro del basco. Al termine di tre settimane corse con grande intelligenza, il ragusano, supportato da ottime gambe, si è ritagliato la sua giornata da campione. Lanciatosi assieme al compagno di squadra Pello Bilabo in discesa all’inseguimento di uno scatenato Romain Bardet ad oltre cinquanta chilometri dalla conclusione, l’azzurro ha saputo mettere paura alla maglia rosa Egan Bernal che si è trovato costretto a inseguire assieme a tutta la sua squadra. Le immagini degli ultimi sei chilometri e mezzo di salita di questa edizione della corsa rosa sono già nella leggenda: il siciliano, dopo aver ringraziato il compagno di squadra per l’ottimo lavoro fatto, si è involato tutto solo verso la cima della salita tra due ali di folla acclamante e festosa. E così sull’Alpe Motta il sogno è diventato realtà: vittoria di tappa e secondo posto in classifica generale in cassaforte.
5: Prova in Linea Europei Trentino
Un percorso affascinante, una gara entusiasmante e l’esplosione di gioia di una città intera: questo è il succoso menù che i campionati europei in Trentino hanno saputo regalare agli appassionati di ciclismo. Gli attacchi fin dai primi chilometri di scalatori del calibro di Mikel Landa, Romain Bardet e Thibaut Pinot in un percorso caratterizzato dal Monte Bondone nella prima parte e dalla salita di Povo nel circuito finale, hanno reso la gara più dura e spettacolare del previsto. Gli azzurri di Davide Cassani, chiamati a difendere i tre titoli consecutivi conquistati nelle ultime edizioni, però, non si sono mai lasciati sorprendere, inserendosi in ogni azione. Il lavoro perfetto della squadra azzurra è stato finalizzato da Matteo Trentin e Sonny Colbrelli, che trovatisi stretti nella morsa di corridori più forti di loro in salita, hanno saputo confezionare un capolavoro. Il trentino si è sacrificato per il bresciano, che è riuscito a tenere le ruote di uno scatenato Remco Evenepoel. Dopo essersi sbarazzati di tutti i rivali, i due si sono presentati all’imbocco del rettilineo che conduce a Piazza Duomo a Trento da soli. La volata è senza storia e mentre la città esplode in un vero e proprio boato per l’azzurro, il rivale belga si sfoga con un non carino gesto dell’ombrello.
6: Strade Bianche
Sole, polvere, paesaggi mozzafiato e il meglio del ciclismo mondiale a sfidarsi nella stessa corsa. A Siena quest’anno per le Strade Bianche 2021, non ha vinto solo Mathieu van der Poel, ma tutto il ciclismo. Nello spettacolare percorso sugli sterrati senesi, i corridori da grandi classiche si sono sfidati gomito a gomito con i campioni dei grandi giri. La corsa si è definitivamente infiammata sul tratto di Monte Sante Marie, quando davanti si è selezionato il gruppetto dei migliori: il campione uscente Wout van Aert, il quattro volte campione del mondo di ciclocross Mathieu van der Poel, il campione del mondo Julian Alaphilippe, i vincitori di Tour de France Egan Bernal e Tadej Pogacar, il nuovo che avanza rappresentato da Tom Pidcock e Quin Simmons. Assieme a loro anche Kevin Geniets e Michael Gogol, che sembrano quasi spaesati davanti a questi giganti. La corsa prosegue, quindi, in un continuo alternarsi di strappi, sterrati e attacchi spezza gambe che riducono sempre di più il gruppo. L’ultimo attacco è quello del fuoriclasse olandese, che con una vera e propria fiammata sullo strappo di via Santa Caterina si toglie di ruota il francese e il colombiano, ultimi a resistere alle sue accelerazioni. La meravigliosa Piazza del Campo a quel punto è pronta ad accogliere il corridore migliore di una gara che è già nel cuore di tutti.
7: Tappa 11 Tour de France
L’undicesima tappa del Tour de France ha visto andare in scena uno spettacolo difficile da dimenticare. Malaucène è stato infatti lo sfondo del primo successo di tappa (alla fine saranno tre) nell’edizione di quest’anno della Grande Boucle per il campione belga Wout Van Aert. La particolarità di questa frazione di quasi 200 chilometri era la doppia scalata dell’iconico Mont Ventoux, con il 26enne della Jumbo-Visma che, dopo essere andato all’attacco con un gruppetto di corridori e aver recuperato il drappello dei fuggitivi, arriva a staccare uno a uno tutti i compagni d’avventura, compreso l’iridato Julian Alaphilippe, nel corso del secondo passaggio. Dimostrando una forma straripante, il belga giunge infine al traguardo con oltre un minuto di vantaggio sugli immediati inseguitori. Una vittoria straordinaria che dà la dimensione di un corridore dai mezzi quasi unici nel panorama attuale e che alla fine è stato soltanto il preludio di quello che sarebbe avvenuto nei giorni successivi, con il successo a cronometro a Saint-Emilion e quello iconico sui Campi Elisi a Parigi in volata a dimostrare la versatilità di questo campione.
8: Prova a Cronometro Mondiali Fiandre
Il sogno iridato di Filippo Ganna prosegue anche nella rassegna iridata Fiandre 2021. Il campionissimo azzurro, dopo il mezzo passo falso (su un percorso tuttavia decisamente poco adatto a lui) della prova di specialità ai Giochi Olimpici, si conferma sul tetto del mondo con una prova convincente che gli permette di dare una grande delusione agli idoli di casa Wout Van Aert e Remco Evenepoel. La sua freddezza gli consente di non farsi spaventare dagli ottimi intermedi di Van Aert, che dopo 13 chilometri dei 43,3 in programma è in testa con sei secondi di vantaggio. Già al secondo intermedio, però, il verbanese dimostra di essere in recupero, transitando a soli 84 centesimi dal belga. Alla fine, al traguardo saranno sei i secondi di margine dell’azzurro sul rivale, permettendogli così di completare la rimonta e di andare a comporre un altro tassello di una carriera che sta assumendo sempre di più i contorni di un’esperienza straordinaria.
9: Prova in Linea Giochi Olimpici Tokyo
Dopo cinque anni di attesa tornano i Giochi Olimpici. Il vincitore dell’edizione precedente, Greg Van Avermaet si vede a lungo in testa al gruppo nella veste di gregario per tenere sotto controllo la fuga, con il capitano della nazionale belga Wout Van Aert che arriva come uno dei grandi favoriti e vuole cercare la vittoria. Al primo passaggio sul Monte Fuji, l’Italia prova ad attaccare con vari uomini, ma l’unico effetto è quello di far crollare Alejandro Valverde e gli altri spagnoli. Lungo il circuito ci prova anche Vincenzo Nibali, seguito da Remco Evenepoel ed Eddie Dunbar, ma il gruppo riesce a chiudere. L’ultimo sussulto italiano, nella corsa che di fatto costerà il posto da CT a Davide Cassani, arriva poco prima del Mikuni Pass, con un’accelerata che viene però ben controllata dal plotone. Dopo un attacco di Tadej Pogacar, sono quindi Brandon McNulty e Richard Carapaz ad andare via, guadagnando fino a 45″ su un drappello di 13 uomini che comprende anche Alberto Bettiol, che però viene successivamente fermato dai crampi. Gli inseguitori lasciano tutto il peso dell’inseguimento su Van Aert, mentre la coppia di testa continua a guadagnare, con Carapaz che poi stacca McNulty sull’ultima salita e se ne va via da solo. L’ecuadoriano entra da solo sul circuito finale e si va a prendere un oro storico per l’Ecuador, mentre alle sue spalle McNulty crolla e viene ripreso dal gruppetto inseguitore, regolata in volata da Van Aert davanti a Pogacar.
10: Tappa 8 Tour de France
L’ottava frazione della Grande Boucle si apre con un gran ritmo sulla prima salita che inizia subito a fare selezione da dietro, con corridori come Geraint Thomas e Primoz Roglic, caduti nei giorni precedenti, costretti a staccarsi nelle prime fasi di gara insieme alla maglia gialla Mathieu van der Poel e ad abbandonare ogni velleità di classifica. I tentativi di attacco si susseguono in discesa, con anche Wout Van Aert e Tadej Pogacar tra i corridori più attivi, ma la fuga di giornata si forma sul secondo GPM. Con il benestare del plotone, un gruppetto di otto uomini riesce dunque a raggiungere un vantaggio massimo di 5′ dopo il successivo GPM, ma è salita seguente che infiamma la corsa in gruppo con una lunga tirata di Davide Formolo, che fa da preludio all’attacco di Tadej Pogacar. All’inizio, l’unico che riesce a resistere allo sloveno è Richard Carapaz, ma la resistenza dell’ecuadoriano dura poco, con il corridore della UAE Team Emirates che ben presto se ne va e con un’azione “pantaniana” va a recuperare uno dopo l’altro i fuggitivi della prima ora. Il vincitore dell’edizione precedente del Tour de France arriva in cima all’ultimo GPM di giornata con 15″ da Dylan Teuns, battistrada solitario dopo aver ripreso e staccato Mike Woods, che era stato il primo tra i fuggitivi ad attaccare. Il classe ’98, consapevole di aver ormai preso la maglia gialle e anche un bel vantaggio su tutti i rivali diretti, che arriveranno praticamente tutti con oltre 3 minuti di ritardo, decide di non forzare in discesa, permettendo così a Teuns di prendersi comodamente la vittoria, mentre Pogacar lascia anche gli abbuoni per il secondo e terzo posto agli ex fuggitivi Ion Izagirre e Mike Woods, che erano rientrati su di lui in discesa. Questa è la giornata che di fatto ammazza il Tour, con lo sloveno che indosserà la maglia gialla fino alla fine, senza mai dare segni di cedimento.
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